IN and OUT. Home side report 2020

La qualità del nostro interno va allora ripensata a partire dallo spazio della stanza con uno sguardo sempre rivolto all’esterno.

DOCENTI
Patrizia Montini Zimolo + Camilla Donantoni

ASSISTENTE
Federico Trenna

TEMA

La recente pandemia ha sconvolto in molteplici e differenti modi la quotidianità di ognuno di noi. Anche se non a causa di una frattura alla gamba come il protagonista del film, ci siamo trovati molte volte a guardar fuori dalla finestra. Nel cercare di recuperare quell’armonia tra il pieno e il vuoto, tra il bisogno di privatezza e la necessità di riagganciare il ritmo universale tra odori e stagioni mutanti da lungo tempo perduto.  La qualità del nostro interno va allora ripensata a partire dallo spazio della stanza con uno sguardo sempre rivolto all’esterno: cortili, corti, giardini e terrazze condominiali, pergole, orti conclusi, ballatoi, sono tutte stanze a cielo aperto, spazi intermedi che creano una transizione tra dentro e fuori, tra una casa e l’altra, “finestre sulla città”, veri e propri filtri, valvole di decompressione tra dentro e fuori. Le pareti della stanza escono dalla casa espandendosi verso l’esterno, in un disegno di più ampio respiro con il suolo attraverso rampe, scale, basamenti, e con il cielo attraverso terrazze, tetti verdi o piantumati, riprendendo un serrato confronto tra la casa e il suo intorno.Piccole figure necessarie da cui partire reinterpretando ancora una volta quella che è una storia della casa tutta italiana, di una casa che si protende mediante balconi, logge, giardini pensili verso la strada, la piazza, il paesaggio, andando a disegnare quell’unicum tra natura e artificio che caratterizza i nostri borghi, città e territori. L’esterno è sempre dentro (Le Corbusier, Une petite maison a Vevey in Svizzera) anche quando ci aggiriamo all’interno della casa. Fra stanza e stanza fanno la loro comparsa alcuni spazi dimenticati, quali il vestibolo, i corridoi, le porte, ma anche i gradini, le rampe, le piattaforme, le pareti scorrevoli, che consentono di dimensionare gli ambienti senza prendere decisioni radicali ma proponendo una flessibilità spaziale che estende e modula gli spazi secondo i cangianti tempi di vita della casa.