Home sweet home

Dare forma a un luogo è l’obiettivo dell’architettura.

DOCENTE
COR Arquitectos

ASSISTENTI
Flavia Chiavaroli, Anna Merci

TEMA

INTRO

Giravo per città bellissime, e alla mia contentezza si mescolava il disagio. Anno dopo anno le vedevo invecchiare con rapidità millenaria, mentre erano rimaste giovani per tanto tempo, anche nelle rovine. Il silenzio era quasi ovunque sconfitto; le strade antiche erano canali di traffico e fumo. Cominciai a camminare di notte, e traversavo Roma e Firenze prima che venisse l’alba e ricominciasse il mondo subumano. Aspettavo i giorni di Ferragosto per rivisitare una città amata, e aspettavo i giorni d’inverno per viaggiare lungo le coste massacrate.

Franco Ferrucci, “Nuovo discorso sugli italiani”, 1993

GLI SPAZI DOVE VIVIAMO COME SALVEZZA TERAPEUTICA

Le mattine di Teoria Geral da Organização do Espaço passavano in un istante.
Sul palco dell’auditorio di Belle Arti di Porto (alcune lezioni teoriche della Facoltà di Architettura si tenevano ancora presso l’Accademia in attesa che venisse ultimata la costruzione della nuova sede) Fernando Tavora imitava i lottatori di sumo, saltava tra gli acciotolati e i fiori di loto dei giardini imperiali di Katsura, descriveva strade antiche romane e pietre miliari, procedeva di profilo tipo figura geroglifica spiegando il significato della divinità Janus, il dio romano con due faccie che guardano in direzioni opposte, che oltre a dare il nome al mese di janeiro (gennaio), simbolizza il dentro e il fuori (janela, che in portoghese significa finestra).
Nei suoi racconti di viaggio c’era tutta l’architettura del mondo.
Nelle sue parole c’era sempre l’uomo al centro di quel mondo, nei suoi viaggi c’era tutta la bellezza del mondo.
Insegnava a tutti noi la bellezza.
Dare forma a un luogo è l’obiettivo dell’architettura.
La bellezza è l’unica pratica per raggiungere tale obiettivo.
Grande è la fortuna di crescere e vivere dentro di lei.
Lorenzo Bernini diceva che la funzione dell’architetto era quella di trasformare i luoghi tramite la bellezza.
Leon Battista Alberti sosteneva, che fare buone case, esercitare una pratica da architetto, ha una funzione salvifica e terapeutica sia per chi progetta che per gli abitanti. Buoni edifici possono salvare le nostre città e dare un senso alla nostra convivenza.
Senza una ragione evidente ci sentiamo bene all’interno di alcuni luoghi e nel mezzo di un paesaggio urbano.
Sorvolando liberamente su alcuni esempi peculiari della modernità (e sono tutte case “rifugio” progettate dai proprietari) faremo ricorso a casi mitici di abitazione scoprendo una inestricabile esemplare unicità, coinvolgimento personale, ricerca della felicità.
E perchè no, lasciarci alle spalle le paure e le insidie di un nemico invisibile.