Sconfinamenti: un lessico alternativo per gli spazi dell’apprendimento

Il tema del confine diventa occasione per ripensare gli spazi della scuola e il modo di abitarli.

DOCENTE
BDR Bureau

ASSISTENTE
Alina Salahoru


TEMA

La pandemia ha reso evidente ciò che era poco visibile. Nel caso delle scuole ha dimostrato l’inadeguatezza degli ambienti didattici ad adattarsi a mutate necessità di occupazione degli spazi. Le strutture scolastiche che conosciamo si presentano come un insieme di spazi ristretti, confinati, predeterminati nel loro uso. Si tratta spesso di luoghi rigidi, difficilmente adattabili a nuovi modelli educativi.
Se le crisi offrono l’opportunità di mettere in discussione modelli che non funzionano più, con questo esercizio il tema del confine (tra diverse attività, tra ambienti interni, tra dentro/fuori, tra edificio/città) diventa occasione per ripensare gli spazi della scuola e il modo di abitarli, guardando oltre la condizione di emergenza.

Il lavoro verrà svolto su una serie di categorie spaziali (tra cui: aula/corridoio, interno/esterno, edificio/città) su cui verranno elaborati dei dispositivi trasformativi.
Questi piccoli progetti verranno ragionati su alcune tipologie scolastiche, presi come casi studio di situazioni più o meno ricorrenti sui nostri territori. Si tratta di un tentativo di costruzione di un lessico alternativo per gli spazi di apprendimento, fondato sull’idea di sconfinamento e transizione.
Queste parti concorreranno a comporre la narrazione della scuola come luogo aperto e permeabile, con spazi generosi e caratterizzati da una propria domesticità, seguendo l’idea di un paesaggio di apprendimento diffuso.

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