Parabordo ovvero la distanza critica

La “distanza critica” è un dispositivo di separazione, ma al tempo stesso principio di relazione.

DOCENTI
Roberta Albiero + Giuseppe Biasi

ASSISTENTI
Arabella Guidotto, Federico Muratori


TEMA

Il Covid-19 ha, di fatto, accelerato ed evidenziato la crisi della globalizzazione. Ne consegue la necessità di una presa di coscienza del processo di declino che ha già evidenziato mutamenti di orizzonte nel futuro delle nostre città. Come vivremo lo spazio urbano? Quale il futuro delle nostre piazze, luoghi per eccellenza del nostro essere animali politici? Come riformulare l’idea di distanza?
Campo e distanza critica
Il parabordo è una metafora dell’idea di distanza critica. Definisce l’area di influenza di oggetti e persone, modificando la dimensione e la percezione dello spazio che ne accoglie il moto. E’ dispositivo di separazione, ma al tempo stesso principio di relazione. Il parabordo misura la distanza fisica tra oggetto e spazio. Come lo studio mobile di Hans Hollein del 1969, esso innesca un’inedita relazione tra l’individuo e l’ambiente.
Stare e attraversare
Lo spazio stanziale e lo spazio erratico sono le categorie che determinano l’uso dello spazio pubblico.
Perenne ed effimero
Rappresentano le matrici di due modi di costituirsi della città: quella di pietra, delle fabbriche storiche e dei monumenti e quella delle strutture leggere, che dipendono dai flussi, dalla presenza umana e dall’uso che fa dello spazio urbano.
Reale e virtuale
Lo spazio delle relazioni virtuali si è rivelato in questi mesi come modello sostitutivo di quelle fisiche. Ma la comunità della rete non ha supplito alla mancanza di relazioni fisiche, confondendo la necessità del conflitto diretto con una forma di anonimato garantito dalla distanza virtuale.
Qual futuro possiamo pensare per la città dell’uomo?
Creatività e arte
Oltre alle distanze fisiche esistono altre misure, invisibili, derivanti da un approccio psicologico allo spazio e alla sua percezione. I processi creativi considerati come strumenti di organizzazione del campo percettivo ed emotivo saranno il veicolo attraverso cui l’arte assume un ruolo fondativo di nuove istanze culturali. Tale approccio, che sperimenta relazioni fra neuroscienza ed arte, costituirà una riflessione sullo spazio psicologico e topologico con cui misurare la propria dimensione nello spazio pubblico. Lo spazio pubblico è il luogo nel quale fare abitare l’immaginazione, la creatività, l’arte. Attraverso l’esercizio della creatività intesa come intelligenza elastica mediante una serie di azioni progettuali, anche legate al fare, finalizzate alla ricerca di soluzioni a un problema e influenzate da dati oggettivi, si sperimenteranno nuovi assetti spaziali e percettivi.

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