Threshold. I luoghi della soglia e dell’attesa nella Venezia post-Covid

È un atto fondativo che determina il passaggio da un luogo a un altro.

DOCENTI
Francesco Cacciatore + AMAA

ASSISTENTE
Giorgia Cesaro

COLLABORATORI
Nilo Forcellini, Paolo Reali


TEMA

C’era una sacerdotessa che passeggiava nel suo giardino, in primavera, e naturalmente era un giorno stupendo. Dopo aver attraversato il giardino osservando ogni cosa, giunse sulla soglia di casa, e lì si fermò in attonita ammirazione, immobile sulla soglia, guardava dentro. E la sua ancella le si fece incontro esclamando: “Padrona, padrona, guarda fuori, che meraviglia ha creato Dio”. E la padrona rispose: “Sì, sì, ma guarda dentro e vedrai Dio!”

Architettura è isolare uno spazio, un atto fondativo che determina il passaggio da un luogo a un altro. Questo movimento di transizione si compie attraverso il dispositivo della soglia.
A causa delle prescrizioni di sanificazione e distanziamento sociale richieste dalla pandemia ancora in atto, l’indugiare sulla soglia non è più il momento di attonita contemplazione descritto da Louis I. Kahn. Probabilmente, come già è successo per le grandi epidemie storiche, l’emergenza finirà e non produrrà cambiamenti significativi nella concezione dello spazio architettonico. Tuttavia, l’esperienza che oggi si può sperimentare in questi luoghi di passaggio sembra essersi improvvisamente dilatata, acquisendo un tempo, una profondità e un’articolazione tutta nuova che diventa interessante esplorare dal punto di vista del progetto di architettura.
Questa simulazione si svolgerà nello scenario della Venezia post-Covid, in modo da tenere viva l’attenzione su una città allo stesso tempo straordinaria e fragile, in questo momento anche dal punto di vista economico.

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